venerdì 2 maggio 2014

E così i nodi vengono al pettine




‘‘So che lei è contraria,’’ cominciò ‘‘ma credo che una terapia familiare sarebbe...insomma, almeno un incontro familiare per discutere della custodia e tutto...Bisognerebbe che ognuno dicesse la sua perché, ecco, anche i bambini hanno il diritto a esprimersi anche se, insomma, non sta a loro decidere...’’

Alcuni la definiscono un’unità, altri un raggruppamento. Per ciascuno di noi rappresenta qualcosa di diverso e occupa posizioni differenti nella vita. Di cosa sto parlando? Della famiglia!
Ai tempi dei Romani essa aveva un grande valore, era addirittura considerata l’istituzione sociale e politica per eccellenza. Larghi gruppi di consanguinei guidavano la società e ognuno sentiva un forte senso di appartenenza alle proprie radici. L’albero genealogico non veniva troncato o lasciato a marcire, poiché raccontava la storia degli individui, spiegava chi sono e perché. Al giorno d’oggi, invece, alla famiglia viene attribuita sempre meno importanza e ovunque si vada giungono notizie di coppie separate, genitori divorziati e aumento dei single. Ogni giorno vengono distrutte sempre più realtà familiari, solcando le anime per il resto della vita e sgretolando i pilastri di certezze che si erano costruiti insieme poco a poco. E notizia dopo notizia, la gente ci si abitua e questa situazione di deterioramento della società appare agli occhi delle nuove generazioni quasi normale, accettabile. Ma cosa vuol dire non avere più una spalla su cui poggiarsi, una mano a cui aggrapparsi, un abbraccio in cui rifugiarsi?
Tutti noi nei momenti di sconforto desideriamo sentire le parole rassicuranti dei nostri cari, la loro voce affettuosa, percepire il calore e l’affetto che emanano semplicemente con la loro presenza. Ma sempre più bambini si trovano privati di tutto ciò. Conflitti familiari, incomprensioni, separazioni...sono la causa di grossi problemi che però non saltano mai fuori, restano nel cuore e nei pensieri di creature che dovrebbero invece vivere il periodo più bello della loro esistenza. Per gli adolescenti è ancora più difficile: sono cresciuti, ma rimangono pur sempre bambini. O almeno così dovrebbe essere, perché proprio a causa delle crepe in famiglia sono costretti a diventare adulti più in fretta. E così tensioni, litigi e parole non dette diventano una costante quotidiana.
Per cercare di far venire tutti i nodi al pettine e riallacciare finalmente dei legami, sempre più famiglie ripongono le loro ultime speranze nelle ‘‘terapie familiari’’, ovvero degli incontri in cui si riuniscono tutti i membri coinvolti per parlare e lasciar parlare. Parlare come da tempo non si faceva e lasciar parlare chi non ne ha mai avuto la possibilità. Dare finalmente la parola a quelli che soffrono maggiormente per la perdita dell’equlibrio familiare - i bambini - è un passo importante, perché già il fatto di essere ascoltati e considerati diminuisce il disagio e la sensazione di essere di troppo.
Queste terapie infatti sono rivolte proprio alle famiglie in cui uno o più componenti sono affetti da disagi psicologici, psicosomatici (ovvero psicologici ma legati anche alla funzionalità del corpo), fobici (come attacchi di panico, claustrofobia, ecc.), ma anche disturbi alimentari e altri problemi legati a situazioni stressanti, quali depressione, sbalzi d’umore, conflittualità familiari e difficoltà scolastiche e comportamentali. Tutto ciò ha in comune la psiche degli individui, perciò c’è sempre un psicoterapeuta che guida in qualche modo i discorsi, ponendo in questione degli aspetti di cui spesso si evita di parlare e facendo da mediatore tra coloro che non riescono neppure a guardarsi più negli occhi.
Negli incontri il problema viene contestualizzato e si cerca di comprenderlo osservandolo da più punti di vista, per poterlo poi fronteggiare nel migliore dei modi. Questa fase è piuttosto importante, perché spesso le famiglie che si trovano in difficoltà tentano delle soluzioni che però sostengono e alimentano il problema anziché risolverlo. Perché è l’approccio che fa la differenza.
Durante queste terapie, se ci sono dei bambini, è bene incorniciare la situazione con il gioco, in modo da creare un’atmosfera in cui si sentano sereni. Così, per mezzo di disegni, fiabe e così via, riescono ad esprimere in modo libero le loro paure, le angosce, le speranze, tutto in un contesto rassicurante grazie al quale il terapeuta ottiene informazioni preziosissime. Quando in mezzo c’è anche un adolescente diventa chiaramente più complicato, ma queste sedute (spesso svolte una volta alla settimana) possono essere di grande aiuto, in quanto attenuano i conflitti e le tensioni dovuti anche ai cambiamenti non solo fisici ma soprattutto psicologici della persona.
I bambini finalmente si liberano dei pesi che impedivano loro di vivere appieno, mentre gli adulti devono ascoltare con la massima attenzione per capire dove hanno sbagliato, per poi riuscire a mettere in atto dei cambiamenti negli schemi delle relazioni familiari, che spesso dopo molti anni risultano ‘‘rigide’’ e ripetitive, quando al contrario dovrebbero essere sempre flessibili proprio per adattarsi al meglio alle esigenze di tutta la famiglia.
Perché l’obiettivo è proprio quello di riportare in uno stato di benessere sia fisico che psicologico ogni membro, dal più grande al più piccolo, in modo da riequilibrare quella giostra che si era inclinata un po’ troppo. E qual è la causa di tutto ciò? Il mancato dialogo! La gente non parla più, sa solo scriversi su whatsapp e postare su faccialibro, rinchiudendosi in una bolla e innalzando un muro che nemmeno le persone più care riescono ad oltrepassare.

Ma dove finiremo se continuiamo così...? 

Vlada Kanawalawa.

7 commenti:

  1. La famiglia tradizionale, che vedeva l' uomo impegnato nel portare a casa il salario e la donna nei lavori domestici e nell' allevare i figli, nel mondo occidentale è quasi scomparsa.
    Dopo gli anni del femminismo le donne hanno sempre più cercato spazi al di fuori del ristretto ambiente famigliare cercando di realizzarsi nel mondo del lavoro per ottenere un' autonomia e non dover più dipendere dall' uomo. Questo ha fatto si che le donne si sposino sempre più tardi, abbiano figli in età più avanzata e per conciliare maternità e lavoro sono spesso costrette a lasciare i figli negli asili nidi fin dalla tenera età. Gli uomini, nonostante spesso ostentino emancipazione vorrebbero ancora relegare la donna al ruolo che era riservate alle loro mamme e nonne "l' angelo del focolare".
    Non penso che si debba tornare ai tempi di una volta ma forse la donna dovrebbe fare delle scelte più specifiche: se vuole essere moglie e mamma dovrebbe rinunciare o dedicare meno spazio alla cariera nell' ambiente lavorativo.
    Laura Garulli

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  2. Bellissimo post Vlada, complimenti ! Credo che tu abbia analizzato questo argomento a fondo e toccando tutti i punti principali che lo caratterizzano. Personalmente io non possiedo alcun genere di social network, all'inizio per imposizione dei miei genitori, ma con il passare del tempo li ho davvero ringraziati di essere stati così severi nei miei confronti, perché ho potuto osservare con altri occhi il degrado che sta subendo la nostra società. In primis con l'avvento di Facebook. Tutti possiamo notare che nella pagina iniziale di Facebook è scritta una frase pressappoco così: "Tieniti in contatto con le persone lontane da te, iscriviti a Facebook". Questo dovrebbe essere lo scopo di questo social, rimanere in contatto con i propri cari che vivono lontani da noi. Ma ora è utilizzato impropriamente dai teenagers come mezzo per "spiare" gli altri e per "farsi conoscere" senza sforzo. Una vera e propria rivista di gossip dove i protagonisti non sono attori famosi e modelle mozzafiato ma le persone della vita reale. Una rivista che logora i rapporti sociali e la capacità di crearne. L'utente può selezionare le sue foto migliori e postare le frasi ed i pensieri famosi altrui per mostrare il suo io ideale agli "altri". Un grande muro lo divide dal mondo, un muro solido di sicurezze che al momento di interazione reale crolla rovinosamente. Ed è il motivo principale per il quale le relazioni non vengono a durare. Ricordiamo tutti i nostri nonni che a vent'anni si sono sposati ed a settanta sono ancora marito e moglie. Per quanto possano essere all'antica, per quanto una volta le tradizioni ed i principi fossero diversi, sono e saranno sempre esempi da seguire e rispettare. Abbiamo tutti dimenticato il grande e primordiale concetto dell'amore. E questo è per colpa dell'immagine che ci danno i libri, la televisione e la pubblicità sull'amore. Le stesse persone di spettacolo che dovrebbero incarnare un idolo per i fans, sono i primi ad avere una vita di coppia frastagliata, parecchi divorzi alle spalle, e magari rapporti troppo intimi con alcool e droga. Abbiamo semplicemente perso i riferimenti da seguire. Il concetto di giusto e sbagliato non è più definito e questa flessibilità che poco tempo fa sembrava una grande conquista per la nostra società si è ora rivelata la grande falla del sistema. La nostra generazione è fortunata, perché ha ancora alle spalle i riferimenti quali possono essere i nostri nonni. Quando toccherà a noi il ruolo di genitori i nostri figli molto probabilmente non potranno vedere nei nostri genitori lo stesso. I nonni saranno per la maggior parte singol, non potranno raccontare ai nipoti le loro storie d'amore e non sapranno avere il ruolo che ebbero i loro genitori per noi. E' il momento di dare una svolta e tornare ai sani principi di un tempo, facciamolo per i nostri figli, che dovranno vivere in un contesto difficile a prescindere. Diamoli almeno il supporto basilare che si meritano: una famiglia.
    Anna Cazzavillan

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  3. Complimenti Ulada, bel post! Davvero molto interessante! Oggi la famiglia tradizionale si sta sempre più estinguendo. Oggi molte famiglie sono divise, il padre da una parte, la madre dall'altra e i figli di mezzo.
    Oggi le donne sono sempre più presenti nell'ambito lavorativo e ha fatto si che le donne si occupino sempre meno impiego nella crescita dei figli, lasciando alle baby-sitter o alle tate il ruolo dell'accudimento dei figli.

    Maddalena Sandri

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  4. Complimenti per il post, Vlada, è davvero bellissimo!
    sono d'accordo con tutto ciò che hai detto, in particolare il discorso del mancato dialogo nelle famiglie, perchè secondo me è proprio nel dialogo che si trova la soluzione a tutto. Non solo nei rapporti con genitori, fratelli e sorelle, ma con tutte le persone che la vita ci pone di fronte.
    Come ha detto maddalena le famiglie cosiddette "tradizionali" non esistono quasi più, per svariati motivi. Insomma, è bello che l'umanità faccia ogni singolo giorno degli enormi passi avanti, ma anche secondo me non si dovrebbero mai dimenticare i sani principi dei nostri nonni. Il valore della famiglia è uno di questi principi, insieme all'onestà, l'umiltà e tanti altri che a mio parere non dovrebbero mai essere dimenticati.
    Per capire quanto al giorno d'oggi nelle famiglie ogni membro vive nella sua bolla basta pensare alle colazioni, ai pranzi e alle cene. Una volta si stava tutti insieme a tavola e si parlava, mentre oggi, se si riesce a fare un pasto tutti seduti allo stesso tavolo, ognuno ha cose più importanti della famiglia a cui pensare (cellulari e social network vari...). Quando invece è lunico momento della giornata in cui si può dialogare.
    Francesca Visentin

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  5. Brava Ulada , hai scritto proprio un bel post ! Un po' lungo ma molto interessante !. Anche io, come appunto dice Laura penso che la famiglia tradizionale ormai non esita più e che le donne al tempo di oggi
    sono sempre più impegnate con il proprio lavoro e meno con i propri figli e a causa di questo molte mamma li affidano alle babysitter .Purtroppo ci sono bambini che vedono i loro genitori solo alla sera a causa del lavoro ma in fondo ai genitori serve lavorare per guadagnare soldi per vivere quindi non serve tornare ai tempi di una volta quando il solo lavoro della donna era quello domestico ma sarebbe migliore avere più tempo per dedicarlo ai figli stando più con loro per crescerli in un modo più corretto .
    Francesca Muraro

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  6. È un post lungo ma non particolarmente complesso, brava Vlada.
    Trovo che la famiglia sia molto importante e noi italiani siamo molto più legati rispetto a società e culture differenti ma i ragazzi cercano di scappare da questa realtà, dovremmo tutti ringraziare di più e pensare che negli altri paesi esistono quasi esclusivamente legami molto meno forti dei nostri, purtoppo però anche noi stiamo perdendo questo nostro aspetto tradizionale e caratteristico.
    Trovo che le terapie familiari siano un ottimo modo per riappacificare genitori e figli sempre più distanti, i quali si rifiutano di parlare ed ascoltare. Un ottimo modo per aprirsi e comunicare con le persone che dovrebbero essere sempre al nostro fianco, ma che non si comportano sempre in questo modo, non solo tra figli e genitori, anche con i nonni o con altri parenti sarebbe consigliabile e opportuno praticare queste terapie che rimettono al loro posto certi pensieri e atteggiamenti.
    Melania Gottardo

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  7. La famiglia rappresenta nel bene e nel male le nostre radici: tutto alla fine ritorna sempre li’ da dove siamo partiti. In che senso ? che in qualsiasi parte la vita ci porti non possiamo che ritornare li’ , non solo fisicamente ma anche mentalmente, nel bene , quando sentiamo il bisogno dell’amore e della solidità che puo’ venire solo da chi ci ama incondizionatamente e nel male quando nonostante tutto, nonostante tutto il nostro sforzo per dimenticare si riprecipita davanti alla realta di una famiglia che magari è stata fonte di tanta sofferenza e dalla quale non possiamo mai realmente dividerci. Le situazioni sono chiaramente diverse e c’è chi si trova a viverne una rispetto all’altra.
    La famiglia è ovviamente cambiata e cambierà ancora, come ogni cosa si adegua alle circostanze nella quale si contestualizza: come in tutti i cambiamenti ci saranno aspetti positivi e altri negativi e oggi come ieri incontreremo situazioni meravigliose e situazioni devastanti e tra questi limiti una moltitudine di famiglie “normali” che “ci provano” e qualche volta …. ce la fanno!
    Greta Morello

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