domenica 30 marzo 2014

I tumori infantili



Saint-Antoine. Mauvoisin. Leucemia. Mancavano ancora “coraggio”, 
“volontà” e “buona fortuna” per completare il tutto. Siméon aspettava 
dall’altra parte, sorridente. Bart avrebbe avuto voglia di gridargli:
 “Hai la leucemia, cara mio! Sei fottuto!


I tumori sono masse di tessuto abnormali che crescono in eccesso e scoordinatamente rispetto ai tessuti normali. I tumori maligni, se non curati immediatamente, possono formare delle cellule, cosiddette cancerose, che “mangiano” le cellule buone del corpo. I tumori che colpiscono in età pediatrica sono raramente diagnosticati, e i più diffusi sono:

La leucemia. colpisce le cellule del midollo osseo, che produce i linfociti;
I linfomi, cioè tumori che colpiscono i linfonodi, dove hanno origine le nostre risposte immunitarie;
tumori del sistema nervoso centrale, che attaccano il cervello e il midollo spinale; rappresentano la seconda forma di cancro più frequente nei paesi sviluppati.

Secondo uno studio, il bambino già dall’età di 3/4 anni riesce a comprendere ciò che accade intorno a se, di cogliere la gravità della sua malattia e, soprattutto, di sentire la preoccupazione dei genitori. Naturalmente la comunicazione della malattia cambia a seconda dell’età, del sesso e della  storia personale. Il modo migliore per informare il bambino/ragazzo della sua malattia non è attraverso una spiegazione scientifica, ma è consigliato spiegarlo attraverso degli esempi o agganciarsi a delle favole che il bambino già conosce.
Il rapporto tra i genitori e il bambino non deve essere chiuso e bisogna continuare, anche se con piccole diversità, a vivere la vita quotidiana.
Molto spesso il bambino di 5/6 anni tende a esprimere le sue emozioni attraverso disegni e sarebbe importante per i genitori coglierne i significati.
Quando il dolore fisico attacca il bambino, quest’ultimo tende a non riconoscere più il suo corpo,  gli sembra lontano e tende a chiudersi in se stesso, arrabbiandosi con i genitori perché non si sente protetto; i genitori, in questo caso, non devono far altro che chiedere al proprio figlio cosa gli è difficile affrontare della cura e che emozioni prova.
Per rendere un po’ più piacevole la degenza del bambino in ospedale, è stata fondata un metodo di volontariato chiamata Clownterapia.
La Clownterapia, o terapia del sorriso, è un supporto psicopedagogico che si pone, come strumento importante, a disposizione dei medici nell’assistenza e cura dei piccoli pazienti, consentendogli di superare serenamente l’impatto con la realtà ospedaliera e la malattia. Ridere, infatti, ha un effetto terapeutico in grado di rendere più rapido il percorso di guarigione con giochi, scherzi e magie. I clown dottori accompagnano il bambino nel suo ricovero con il semplice ma difficile compito di regalargli un sorriso.
In qualsiasi caso, per cercare di vivere la malattia in modo più sereno possibile, bisogna pensare positivo, uscire, stare in contatto con gli altri e non aspettare che la malattia ti distrugga, perché pensare di combatterla può aiutare il processo di guarigione.


Benedetta Garbin 

14 commenti:

  1. Bellissimo post. Mi commuove pensare ai bambini che devono affrontare queste gravi malattie: nonostante siano così piccoli riescono a farlo con grande forza di volontà. Essi sono costretti a crescere molto velocemente e anche se godono del sostegno di genitori, amici e medici superare i momenti difficili è un'impresa.
    Trovo che la clownterapia sia molto utile per far sorridere questi bambini, per donare loro una speranza e un'arma in più per riuscire a sconfiggere i loro mali.

    Angela Tresso

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  2. Sono d'accordo con Angela; non deve essere facile per bambini cosi piccoli dover affrontare una cosa grande come un tumore. Altrettanto difficile è trovare la forza per sorridere in situazioni come queste, ma la ragione per continuare a lottare è pensare a tutte le persone che ci vogliono bene e che riusciranno sempre a strapparci un sorriso. Il tumore in fin dei conti è una malattia come tante altre: si può curare. Basta pensare a tutti i bambini che muoiono magari per un comune raffreddore...ecco per noi un tumore è un raffreddore, un grande raffreddore ma che si può tranquillamente curare. Quindi sono dell'idea che qualunque cosa affrontiamo, almeno dal punto psicologico, la si può superare con un sorriso...semplice.

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  3. Bellissimo post Benedetta! Mi è sempre stato a cuore il tema delle malattie infantili: sono così piccoli e innocenti e devono avere la forza di superare una malattia così seria e riuscire a fare un sorriso!
    Mi sembra un'ottima idea quella della Clownterapia..un modo innovativo e interessante per far trascorrere con un pizzico di allegria in più i giorni in ospedale!
    Sorridere e pensare alle persone care e alle cose che ami è importante, ti aiuta a superare i momenti difficili al contrario, immagino possa essere ancora piu' penoso e difficile affrontarli e superarli, soprattutto per i piu' piccoli.

    Vanessa Frigo

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  4. Benedetta è un post molto toccante! Non posso immaginare cosa provino i bambini sapendo di aver a che fare con una malattia grave! Ed è sconvolgente per un genitore sapere che il proprio figlio sia malato gravemente e che, magari, stia per morire! Sembra impossibile: la vita inizia ad essere ingiusta già dall’età dell’innocenza, quando si dovrebbe pensare a giocare, a fare nuove amicizie e a scoprire un mondo nuovo… Pensare che un bambino non possa vivere queste novità e che, sottoponendosi a chemioterapie, debba restare in un letto fino alla fine dei suoi giorni è mostruoso.
    Ecco, se davvero c’è qualcuno di buono e meritevole in questa società, quel qualcuno sono i medici che cercano di regalare un sorriso, magari l’ultimo, ai bambini malati. Sono persone da premiare perché penso che far sorridere un bambino in gravi condizioni non sia un’impresa molto facile.
    Brava Benedetta! Hai approfondito molto bene questo argomento, citando anche i vari tumori che possono manifestarsi nel corpo umano e, purtroppo, anche in quello di piccoli, ma grandi, bambini coraggiosi.
    Marco Pompilio

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  5. Benedetta, complimenti davvero! Un bellissimo post che spiega bene diversi argomenti riguardanti i tumori infantili.
    Mi aggrego agli altri commenti dicendo che è molto commovente, toccante e fa riflettere il fatto che tanti bambini affrontino bene problemi di questo genere sorridendo: danno una ventata di allegria a volte superiore a quella di molte persone senza grossi impedimenti e pensieri. Il lavoro dei dottori e degli aiutanti che donano sorrisi senza aspettarsi niente in cambio è da premiare, come quello dei genitori che non si abbattono deprimendo ancora di più il figlio, ma che reagiscono "positivamente" dando il loro supporto morale.
    Sono d'accordo con Benedetta e Laura con il dire che attraverso metafore e sorrisi alla fine a livello psicologico la malattia si supera, e con il tempo si riuscirà a trovare una cura anche per tutti gli aspetti pratici già molto più risolvibili rispetto al passato.
    Concludo dicendo che molte persone dovrebbero vergognarsi di autocommiserarsi pensando a tutti questi casi di bambini imprigionati in lettini d'ospedale di cui alcuni non riusciranno più a vedere la luce del sole.
    Melania Gottardo

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  6. Complimenti Benedetta! Hai trattato un argomento veramente delicato, e l'hai potuto spigare molto bene! Questi bambini devono essere veramente forti d' animo per andare avanti, io penso che non ce la farei. E i genitori di questi ragazzi devono essere ancora più forti, perché pensano che il proprio figlio dovrebbe dovrebbe giocare come tutti, ma non ce la fa; pensano che il proprio figlio vorrebbe fare tante cose come tutti i suoi coetanei, ma la malattia glielo impedisce; si chiedono dove hanno sbagliato nella vita per far succedere tutto questo, ma la cosa più brutta è che non riescono a pensare a queste cose senza piangere. Ma che spiegazione può trovare un genitore al fatto che il suo bambino se ne sia andato? Che non potrà più vedere il suo sorriso,non potrà più dargli il bacio che gli dava sempre quando usciva,non potrà più dirgli che gli vuole bene.
    Conoscevo un ragazzo che si era ammalato di leucemia, aveva solo 10 anni, sfortunatamente non è andata come a Siméon. Andavo a trovarlo, giocavamo insieme, hanno fatto di tutto per curarlo ma non è bastato, due anni dopo è morto. Perdere un figlio è la peggio cosa che possa succedere ad un genitore secondo il mio parere.
    Ma prima che questo possa accadere bisogna provare di tutto per fargli passare la malattia nel modo più sereno; la Clownterapia penso che sia un grande supporto morale, perché per questi ragazzi sorridere è la cosa migliore.
    Petra Busatta

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  7. Bel post Benedetta. Ti dirò, a causa del mio carattere e della mia troppo acuta sensibilità, sono stata malissimo nel leggerlo. Grazie a Dio non ho mai avuto questa malattia, ma da piccola sono stata ricoverata all’ospedale, a causa di un’infezione . Posso dirti solamente cosa significa essere all’ospedale e quanto è bello vedere i clown che giocano con loro, quanto sicuri ci si sente se i propri genitori sono lì accanto. La mia per fortuna non è stata una permanenza lunga ( otto giorni), ma ricordo ancora molti dettagli, nonostante io fossi piccola. Quando si è piccoli, intendo 3-4 anni, non ci rende nemmeno conto di ciò che sta succedendo, soprattutto se i genitori, seppur preoccupati, sorridono sempre. È molto rassicurante perché i sorrisi significano quasi sempre “va tutto bene”.L’unica cosa di cui ho avuto tanta paura è stato mettere la flebo, ma subito dopo chiedevo ai miei genitori “è pomodoro come nei film, vero??” loro col sorriso stampato in faccia mi rassicuravano confermando e dicendo che a breve l’avrebbero tolto. Io non mi domandavo nemmeno perché nella flebo ci fosse il pomodoro, a me bastava la loro risposta. La parte più bella era ovviamente quando mia madre entrava sorridendo e diceva “ci sono i clown!!!!” ed io mi facevo prendere in braccio mi mettevo le ciabattine e mia madre trascinava la flebo per i corridoi. Anche se non sapevo che cosa mi stesse succedendo, in quel momento non pensavo più a nulla, c’erano i clown. Giocavo con loro e talvolta gli tiravo i nasi e loro fingevano di avere molto male e mi facevano ridere, molto. Quando sono cresciuta, ho capito che avevo avuto un’infezione pericolosa e mi dico che la vita è un dono, non smetterò mai di ringraziare Dio. Inoltre voglio che altri bambini ridano come ho riso io quand’ero ricoverata. Ecco perché voglio fare la clown e aiutare altri bambini con questa terapia del sorriso!
    Francesca Casarotto

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  8. complimenti per il post Benedetta.
    Penso che la tragedia dei tumori infantili sia come una bomba che cade su tutta la famiglia: sui genitori la consapevolezza di dover affrontare un percorso di lunga sofferenza con un esito estremamente incerto e nei piccoli pazienti molto spesso inconsapevoli della gravità della loro malattia, il dramma di vedersi sradicati dal loro ambiente quotidiano per affrontare lunghi periodi di degenza, in un ambiente che risulta pauroso anche per gli adulti quale è l'ospedale.
    La terapia dei nasi rossi sembra essere veramente efficacie, la ricerca scientifica ha dimostrato infatti i diversi meccanismi che favoriscono la ripresa dei piccoli pazienti in ambienti giocosi e sereni: il rilascio di beta-endorfine fa ottenere un migliore controllo del dolore e stimola il sistema immunitario contribuendo al benessere globale del bambino.
    Fin Maria Vittoria

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  9. Brava Benedetta! Penso non sia stato molto facile scrivere riguardo questo argomento. Scoprire malattie terminali in piccole creature, credo sia davvero straziante da affrontare. Soprattutto i genitori, che devono mostrarsi forti e positivi alle domande dei figli sulla fine della loro salute. “Credi che ce la farò, mamma?” … se provo a mettermi nei panni di un genitore preso in causa sento come un pugno nello stomaco che mi stritola fortemente. E’ una situazione davvero difficile da combattere e anche se è difficile, sostengo che il modo migliore per continuare a vivere non sia abbattersi, ma al contrario, sorridere e cercare di realizzare, per quanto possibile, i propri più grandi sogni nel cassetto. D’altro canto so che queste sono solo parole e sono cosciente che non potrò mai provare la disperazione di un genitore o dell’individuo affetto, se non ho prima vissuto un’esperienza simile. Conosco, però, un’amica la cui nonna è ammalata di cancro. Mi racconta che quando va a farle visita si trova spesso in difficoltà, in quanto un giorno è molto triste, un altro allegra. Quindi gli sbalzi d’umore sono frequenti, come la vergogna provata dalla paziente che sovente si rifiuta di accogliere i suoi nipotini per evitare di farsi vedere indebolita e snervata. Questo, essendo comunque molto straziante, può essere accettato più facilmente, poiché la vittima è già in età avanzata. Una situazione che mi ha fatto fermamente commuovere è stato leggere di un bambino di cinque anni della mia città affetto di leucemia che, accortosi della tristezza che i suoi genitori provavano, si è fatto coraggio dando loro forza e speranza anche per la vita dopo la sua morte.

    Crestani Caterina.

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  10. Complimenti Benedetta! Non è un argomento proprio facile da affrontare ma ho notato che ci hai provato riempendolo di dettagli sulle diverse tipologie di tumore infantile.
    Non deve essere sicuramente facile dire ad un bambino che soffre di una malattia grave e anche per i genitori non deve essere facile gestire la situazione senza far capire al figlio la gravità della cosa.
    Sicuramente la clownterapia è un ottimo sistema per regalare sorrisi ai bambini malati ma anche per fare in modo che non pensino a quello che stanno passando.
    Quindi ammiro molto queste persone che si dedicano a cercare di far divertire il più possibile questi piccoli pazienti!

    Silvia Terraroli

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  11. Bellissimo post, non era un argomento così facile da trattare!
    Mi commuove a pensare a tutti quei bambini con una voglia di vivere che supera ogni limite, ma devono stare chiusi in un ospedale a fare punture su punture, aspettando il momento della guarigione (la quale, come ben si sa, non è garantita). Per fortuna ci sono persone volenterose, i cosiddetti clown, che passano alcuni loro pomeriggi in compagnia dei bambini ricoverati in ospedale.
    La mia vicina di casa, un pomeriggio a settimana lo passa in ospedale con i bambini malati. La ammiro molto per questo!
    Penso che quei bambini abbiamo forza e speranza da vendere, e nonostante la loro malattia, hanno sempre il sorriso stampato in faccia.
    Anna Vagrotelli

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  12. Bellissimo,complimenti,credo anche che non è stato facile scriverlo.
    Sai a me è capitato di vedere un bambino con la malattia al cancro.Era inguardabile: magro,senza capelli, si vedevano le ossa fuori....c'è non si può descriverlo. Questi bambini devono essere veramente forti d' animo per andare avanti,e infatti li invidio perchè riescono ad affrontare il loro problema e nonostante la loro malattia, hanno sempre il sorriso stampato in faccia.Trovo anche che la clownterapia sia molto utile per far sorridere questi bambini, per donare loro una speranza e un'arma in più per riuscire a sconfiggere i loro mali. AIUTIAMOLI!!!!!
    Aicha rakib

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  13. Sei stata molto coraggiosa a scegiere quest'argomento, è uno dei più complessi e delicati infatti. Inanzitutto vorrei congratularti per la bellissima foto che hai scelto, è perfetta per il tuo testo.La clownterapia sembra un fenomeno simpatico per rallegrare i bimbi, è veramente un'innovazione ammirevole, è un modo per colmare il vuoto nelle anime dei piccoletti.

    Gabriela Ciobanu

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  14. Bel post. Mi Rattrista l'idea che questi bambini, ad un'età così giovane debbano affrontare una delle più gravi e più brutte malattie che esistano. La cosa più brutta è che non si sia trovata una cura e una soluzione per impedire di impossessarsi delle cellule delle persone.
    È notevole anche con che forza alcuni bambini affrontano queste disgrazie, avvolte le sanno affrontare meglio degli adulti.

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