giovedì 27 marzo 2014

Il genere dell’improvvisazione: il jazz!


“Parlava guardando la strada davanti a sé. Gli faceva piacere evocare quell’uomo misterioso su un sottofondo di musica jazz.”

Il jazz è un genere musicale nato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento negli Stati Uniti d’America per opera di musicisti di colore. Le sue origini risalgono alla scoperta del “Nuovo Mondo”, quando milioni di africani venivano portati alle coste americane, in seguito alla corposa richiesta di manodopera per la coltivazione delle piantagioni di tabacco, cotone e canna da zucchero.
Durante il lavoro nei campi, gli schiavi intonavano i cosiddetti “work songs”: dei canti tramandati oralmente ispirati alla religione cristiana (questo genere di preghiere erano l’unica cosa che riusciva a dar loro speranza, data la misera condizione in cui si trovavano). Venivano permessi dai proprietari terrieri poiché, oltre ad alleviare loro la fatica, sincronizzavano il movimento delle braccia rendendo più produttivo il lavoro. Fra questi ci sono gli “spirituals”, ossia testi di argomento sacro ed i “gospel”, tratti dalle sacre scritture.
Con l’abolizione della schiavitù nel 1865, gli afroamericani, vennero cacciati dalle piantagioni e costretti a vagare per le campagne e le città alla ricerca di lavoro.
Questa loro triste condizione di vita veniva raccontata attraverso canti definiti “blues”.
Conclusasi la guerra civile americana, molte bande militari che si erano formate, si sciolsero e gli strumenti abbandonati dai soldati vennero quindi comprati a basso prezzo dai neri.
Questi cominciarono ad utilizzarli per accompagnare le loro canzoni e di conseguenza, sul finire dell’Ottocento, nei locali di alcune città di New Orleans iniziarono a vedersi le prime Jazz bands.
Queste erano composte inizialmente da sette o otto strumenti: una o due cornette, un clarinetto, un trombone, un violino, una chitarra o un banjio, un basso o un contrabbasso ed una batteria.
Nel 1929 una crisi economica invase l’America e molti locali dovettero chiudere.
Allora, grandi musicisti (fra cui il cantante e trombettista Luis Armstrong) si trasferirono temporaneamente in Europa.
Lì, con la ripresa economica, tornò anche il desiderio di divertirsi e nei locali furono sempre più richieste musiche spensierate e ballabili.

Comincia così l’era dello “swing” che, però, già alla fine della Seconda guerra mondiale si avviò al tramonto. Il fatto che questo genere veniva utilizzato come musica da ballo, portò i musicisti a sentir tradite le antiche origini, svalutate da una musica dal contenuto superficiale. Per protesta, nacque (soprattutto nelle grandi città come New York) il “bebop”, un nuovo genere caratterizzato da ritmi più irregolari e sonorità meno orecchiabili. Fra i più grandi musicisti del tempo ricordo il trombettista John Birks detto “Dizzy” e il sassofonista Charlie Parker detto “Bird”. Intorno al 1960 il jazz visse un periodo di grande sperimentazione, conseguendo le nascita del “free jazz”, una “fusione” di stili fra rock e jazz, che in seguito venne anche definito “fusion”. Le formazioni si arricchirono, quindi, di nuovi strumenti elettrici come chitarra, basso elettrico, tastiere elettriche. Il jazz oggi mantiene viva una grande e solida tradizione e viene insegnato nei conservatori e nelle università. Non è più espressione e patrimonio solo dei grandi jazzisti afroamericani, ma di musicisti di ogni parte del mondo.

10 commenti:

  1. bella ricerca ma non so chi lo abbia scritto,comunque è bello. è spiegato molto bene, e soltanto adesso ho capito bene la storia del jazz perchè io alle medie non è che avevo capito un gran che però adesso si. Beh allora che potrei dire il genere jazz non mi piace tanto come musica però non dico che fa schifo perciò siamo in una via di mezzo. è una cosa affascinante poter sapere che questa musica nasce dai canti tramandati oralmente ispirati alla religione cristiana e questo genere di preghiere erano l’unica cosa che riusciva a dar loro speranza, data la misera condizione in cui si trovavano. Infatti adesso mi è venuta in mente Bessy Smith( non so se scrive cosi ,non mi ricordo più) anche lei una cantante del jazz:una voce piena di sentimento ahhh...Altro no avrei da dire, forse era meglio che mettessi un po di nomi come esempio di cantanti ma non solo anche come compositori.
    Aicha Rakib

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  2. Un post ricco di informazioni e molto interessante ma lo trovo un po' piatto, potevi aggiungere cosa suscita il ritmo, per esempio, ma comunque bravo/a chi l'ha scritto.
    Non sapevo la storia del jazz e devo dire che è molto coinvolgente. Mi è capitato qualche volta di ascoltare qualche canzone jazz e devo dire che trasmette tranquillità e voglia di ballare, mi piace come genere!

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  3. Complimenti a chiunque abbia scritto questo post! Sei stato/a bravo/a, in quanto il tuo lavoro risulta molto chiaro e comprensibile, caratteristiche molto importanti in un argomento così pieno di informazioni. Devo dire che è stata una lettura davvero piacevole, nella quale mi sono imbattuto in generi musicali che non avevo mai sentito prima. Mi hai chiarito le idee sulle origini del jazz, conosciuto ai più, ma che realmente non piace a tutti. Infatti, trovo che questa musica abbia sfumature tristi e con ritmi strani, troppo “arzigogolati”! Ma la mia è solo un’opinione…
    Grazie anche per avermi rivelato che il gospel trae le sue origini dalle stesse del jazz!
    Marco Pompilio

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  4. Complimenti a chi ha scritto questo post! Il post era molto dettagliato e chiaro, ho scoperto alcune cose nuove sul jazz che non avevo studiato l'anno scorso. A me piace il jazz, del resto mio papà è un grande appassionato di jazz e quindi sono cresciuto ascoltandolo. Penso che avresti potuto specificare che all'inizio il jazz era suonato maggiormente nel Sud, perché era lì che si trovavano le piantagioni, non solo scrivendo le città come New Orleans. Inoltre, credo che avresti potuto scrivere le tre più importanti diramazioni del jazz oltre a quelle che hai scritto; Dixieland (un particolare modo dei “bianchi” di suonare il New Orleans jazz), Ragtime (nato nei quartieri a luci rosse, prevalentemente suonato al pianoforte) e Big Band (grandi orchestre, come la BBC Big Band, che interpretano brani jazz, specialmente swing).
    Tommaso Delpozzo

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  5. Bel post. Per esperienza personale, quando si parla di jazz penso immediatamente (oltre alla storia del genere e ad artisti sopracitati come Armstrong) ad un uomo in particolare, le cui vicende mi hanno sempre colpito e grazie al quale mi sono appassionata a questo tipo di musica: Michel Petrucciani. Egli era un pianista francese a mio avviso tra i più spettacolari nella storia del jazz, la cui particolarità consisteva nel fatto che nacque affetto dalla "sindrome delle ossa di cristallo" (osteogenesi imperfetta) e visse perciò con la consapevolezza che la sua vita avrebbe avuto durata breve: morì a circa trentacinque anni, durante i quali dedicò tutto se stesso alla musica. A mio avviso credo sia un personaggio rilevante anche perchè, avendo vissuto dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha fatto un po' da "ponte" mantenendo vivo il jazz fino ai nostri giorni!
    Inoltre vovevo puntualizzare ciò che ha detto Marco nel suo commento: non solo "il gospel trae le sue origini dalle stesse del jazz", ma il gospel, insieme al blues, agli spirituals e al ragtime, sono alla base di quello che andrà poi sviluppandosi diventando il vero e proprio jazz, mentre lo swing e il bebop sono delle sue diverse correnti, venute dopo.

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  6. Scusate il ritardo, il posto l'ho scritto io:
    Crestani Caterina

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  7. Davvero bel post Caterina! A me piace molto il Jazz, è da quando ero piccola che lo ballo e non mi ha mai stufata, con i suoi ritmi lenti e un po' melensi ma sempre ritmati fa capire bene origini e motivazioni di questo genere musicale: lo strazio di lavorare meccanicamente come schiavi deportati in un paese che non si conosce minimamente è terrificante ai miei occhi e la musica ha dato inizio ad uno sfogo importante (che poi nei secoli avrebbe portato a rivolte e guerre) anche perché ci ha portati a conoscere parti della storia di cui non avremmo mai sentito parlare altrimenti.
    Il post è scritto molto bene ma avresti dovuto citare il viaggio attraverso gli Stati Uniti (New Orleans - Chicago - New York) che ha dato origine al suono più graffiato e ad alcune caratteristiche che questo viaggio ha comportato.
    La storia del Jazz la conoscevo molto bene già da prima, però l'approfondimento di Noemi su Michel Petrucciani l'avevo sentito solo un paio di volte per puro caso, grazie di averne parlato.
    Melania Gottardo

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  8. Brava Cate! Molto simpatica l'immagine degli Aristogatti! Hai creato un post ben fatto dal punto di vista informativo, ma l’ho trovato un po' monotono. Avresti potuto arricchirlo con qualche riflessione personale, visto che abbiamo fatto anche un concerto con la nostra ex scuola sulla musica jazz, ricordi? Mi piace molto il jazz, trovo che le melodie siano molto rilassanti. Volevo approfondire un attimo il grande artista, rappresentante del jazz: Luis Armstrong. Tutti sanno della sua maestria a suonare la trombetta e del suo successo, quello che pochi sanno è che nel 1968 "l'ambasciatore del jazz" è stato ospite a SanRemo, mia nonna quella sera l'ha visto in televisione! Anche se solo da dietro lo schermo, dai suoi racconti era emozionatissima, un momento unico per lei. Infatti perché era anche lei musicista, anche se suonava il pianoforte. Quella sera ha cantato una canzone italiana "Mi va di cantare", in omaggio al nostro paese, sempre accompagnato dalla sua cornetta.
    Mi piace molto anche il swing, perché credo che sia il più rilassante tra tutti i tipi che hai citato; è la melodia giusta per immaginarmi negli anni 30 degli Stati Uniti, magari essere al bar e vedere le donne che fumano con il bocchino e ballano al ritmo di musica con abiti dell'epoca.
    Petra Busatta

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  9. Complimenti Caterina! Molto interessante la storia del jazz di cui parli nel tuo post! Lo studio del fenomeno del jazz mi ha permesso di capire che la musica non è solo divertimento, e che il jazz ha fatto prendere coscienza alle persone di colore, della materia dello sfruttamento subìto e nello stesso tempo ha permesso la diffusione della cultura di questa gente. Ho inoltre compreso che il jazz è una musica che attinge la sua origine dall’incontro di due concezioni diverse della musica: una africana e una europea (i coloni europei in America) e che una lenta maturazione culturale è avvenuta grazie all’incontro di due mondi curiosi e diffidenti l’uno dall’altro. Ho letto infatti che questa musica contemporaneamente originale e difficile perché si basa sull’improvvisazione, è nata come preghiera cantata per sopportare la sofferenza ed è stata definita da alcuni “meticcia”. Ora, poiché io non ascolto musica jazz e non suono strumenti, non trovo ulteriori riflessioni da aggiungere a questo mio commento, se non grazie ancora per le informazioni che ci hai offerto.
    Francesca Casarotto

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  10. Bello Cate! come già detto, la gente di colore cantava queste canzoni nei campi. Questo mi fa ricodare ieri il professor Ariot ad epica che faceva vedere delle immagini delle ragazze che cantavano delle canzoncine come 'bella ciao' per fare meno fatica. Era questo lo scopo che quella gente faceva. E questo mi suscita una curiosità nel sentire queste canzoni. Io generalmente dal jazz mi vengono in mente due parole: schiavitù e sassofono. Questo è quello che penso realmente. Ancora complimenti!

    Angela Tresso

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