lunedì 21 aprile 2014

Eh dai...non fare la vittima!


"Innanzitutto,io non faccio la vittima" riprese Bart,imbronciato."Io sono una vittima"."Lei è una vittima?" ripeté la psicologa,pensando di aver trovato un buon filone.”

La vita a volte colpisce duramente. Ad ognuno di noi è capitato, e non solo da piccolo, di sentirsi vittima, bersaglio finale di comportamenti aggressivi, di circostanze negative, di intenti manipolatori, e di aver sentito un profondo senso di ingiustizia e di prevaricazione. Qualcosa o qualcuno ci ha spinti nell’angolo, almeno per un po’, e ci ha fatto dire: "Perché proprio io?".Il termine vittimismo significa la tendenza ad atteggiarsi continuamente a vittima delle circostanze o del mal volere altrui. Le cause del vittimismo possono essere l’imitazione del modo di comportarsi dei genitori, violazioni fisiche o psicologiche oppure essere trascurati dalle famiglie di origine. Il vittimista fa la vittima per avere un po’ di attenzione, affetto e protezione e quindi convincere gli altri a fare quello che vuole facendo diventare la vittima un vero e proprio tiranno. Ma il comportamento del vittimista può non influenzare le persone, perché spesso è molto evidente che quella persona vuole solo farsi vedere. Un esempio di vittimismo è presente nelle scuole, ed è molto diffuso, tanto che gli insegnanti se ne accorgono: ad esempio ci sono ragazzi che prendono sempre voti alti ma poi un giorno capita di prendere un voto brutto e quindi subito dopo iniziano a disperarsi, oppure altri ragazzi che cercano di mostrare che hanno problemi solo per avere attenzioni. Invece il vittimista dovrebbe iniziare ad affrontare i suoi problemi e non nascondersi, ma mostrare la propria maturità. E quindi io credo che il vittimismo e' una forma di soddisfazione e di piacere che un individuo prova nel suscitare negli altri un sentimento di pietà e pena verso il suo stato psicologico di disagiato, di maltrattato e di sofferente che non esiste, oppure viene posto in essere questo atteggiamento fittizio di sofferente al solo scopo di essere aiutati. Quando usiamo l'espressione:"e dai non fare la vittima" significa ,appunto, non recitare il ruolo di colui che ha ricevuto del male.

Aicha Rakib 

17 commenti:

  1. Brava Aicha, veramente un bel post! Mi è piaciuto davvero tanto!
    Secondo me far la vittima come hai detto tu è soltanto voler essere al centro di tutto e di tutti. Fare la vittima soltanto per una soddisfazione personale, per me è non essere ancora maturi, essere ancora bambini che vogliono essere sempre al centro dell'attenzione.
    Fare la vittima per soddisfazione personale e fare la vittima perché lo sei realmente sono due cose molto differenti, spero che i primi capiscano di essere degli immaturi e basta.

    Maddalena Sandri

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  2. Brava Aicha, veramente un bel post! Mi è piaciuto davvero tanto!
    Secondo me far la vittima come hai detto tu è soltanto voler essere al centro di tutto e di tutti. Fare la vittima soltanto per una soddisfazione personale, per me è non essere ancora maturi, essere ancora bambini che vogliono essere sempre al centro dell'attenzione.
    Fare la vittima per soddisfazione personale e fare la vittima perché lo sei realmente sono due cose molto differenti, spero che i primi capiscano di essere degli immaturi e basta.

    Maddalena Sandri

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  3. Complimenti Aicha bel post! Sono dell'opinione che il vittimismo non è altro che l'abitudine a sapere che lamentandoti qualcuno si occuperà di te, e secondo me questa è una cosa che nasce spesso in famiglia. A volte il vittimismo è legato solo a mancanza di autostima! Una buona terapia e spesso passa ma se il "sintomo" non passa significa che la persona probabilmente o ci sta giocando sopra o non è proprio in grado di vedere quanto di bello può dare la vita. Allora cosa fare? Non credo sia qualcosa che si possa insegnare, non puoi somministrare intelligenza (perchè chi ne “soffre” è debole e abbastanza banale).
    Guardandomi indietro mi rendo conto di non esserlo mai stata.
    E' per questo che credo che l'unico modo per far sparire la tendenza al sentirsi vittima, sia provare per un pò cosa sia esserlo davvero. Essere COSTRETTO a trovare le soluzioni da soli, capire di non poterne parlare, capire che non hai tempo per lamentarti se vuoi trovare la tua serenità e il tuo equilibrio.
    La vera vittima delle situazioni non si lamenta mai, agisce. La vera vittima non si sente vittima, non vuole esserlo! Non sperpera in giro le ragioni per cui si sente tale!! Molto spesso per vittimismo viene inteso qualcuno che si lamenta della propria condizione, o che semplicemente non ne può più e si sfoga, allora a quel punto entra in scena uno che non ne sa niente e ti dice "ma non fare la vittima" quando fondamentalmente qualcun'altro si stava soltanto sfogando!!
    Magari quella persona si stava veramente semplicemente sfogando (della serie ) perchè magari è impotente in tale situazione nient'altro. Il vittimismo,però, si ha i suoi lati oscuri, molti lo fanno per guadagno, ricordo che un ragazzo si lamentava in chat sul fatto che si volesse suicidare e con questo addocchiava le ragazze, le sante ragazze con l'istinto materno o da croce rossina e così le conquistava, facendo credere loro che grazie al loro amore gli avevano "salvato la vita". Rimango con il pensiero che una vittima lo fa per ottenere qualcosa che altrimenti non riuscirebbe ad avere, e allora usa questa arma a doppio taglio. Un conto è sfogarsi sulla situazione (più che vittimismo io lo definisco frustrazione), un'altro è sbandierare la propria situazione per averne dei favori, delle attenzioni o semplicemente i consensi della gente o la loro pietà!
    Kimberly Luciotti

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  4. Bel post. Concordo con te del fatto che fare la vittima a volte è solo un modo per essere al centro dell'attenzione o solo per avere anche solo per un lasso di tempo quell'affetto che probabilmente non si è mai ricevuto. Aggiungo anche, che fare la vittima, per una persona, potrebbe anche non essere una sceneggiata, che potrebbe avere serianente qualche difficoltà che a noi è sconosciuta. Quindi io sono dell'idea che non bisogna giudicare tutti allo stesso modo, ma bisogna giudicare caso per caso individualmente

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  5. Bel post! Sono d'accordo riguardo al fatto che spesso le persone fanno la vittima solo per attirare attenzione, e questo infatti è ciò che accade nella maggior parte dei casi. Ma io mi sono chiesta: "perché fare la vittima al solo scopo di attirare l'attenzione?"...secondo me chi fa la vittima è perché evidentemente in parte lo è!!! In effetti non ha senso farlo senza alcun motivo, infatti chi spesso tende ad atteggiamenti di vittimismo forse è davvero una vittima, forse rende le cose più grandi di quello che sono ma non si fa la vittima senza alcun motivo!!!

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  6. Complimenti Aicha per il post! Io credo che la vittima, molto spesso, si comporta da tale solo per ricevere attenzioni dagli altri. Le persone che si comportano da vittime di solito lo fanno per ottenere qualcosa. Si lamentano e raccontano tutti i loro problemi cercando di suscitare pietà alle persone. L’esempio che ha fatto Kimberly, riguardo al ragazzo che “conquistava” le ragazze dicendo di volersi suicidare in chat, mi ha veramente colpito. Io credo che fare la vittima per scopi personali non sia giusto. Chi “soffre” di vittimismo si considera oppresso, perseguitato, osteggiato e danneggiato da persone e circostanze. Sono d’ accordo con questa frase di Adriana Verardi Savorelli e credo che possa far riflettere le persone che si comportano da vittime anche quando non lo sono.
    “La vita si affronta ogni giorno a testa alta, coraggiosamente. Pronti ad accogliere le incognite spiacevoli e a dichiarare guerra al vittimismo. La vita è fatica, tanta, ma soprattutto è gioia.” (Pensieri azzurri)
    Maria Vittoria Porro

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  7. Brava Aicha! Bel post!
    Credo che il vittimismo non abbia solo un aspetto perché dietro un comportamento vittimista si nasconde anche una persona che attraverso questo atteggiamento trova riparo dalle proprie debolezze; visto che è più comodo riversare la colpa sugli altri e non prendersi le proprie responsabilità. Un altro tipo di vittimismo è quando diamo troppa importanza agli altri e al giudizio altrui, quando invece sarebbe meglio essere anche trasgressivi, basta essere contenti e sentirsi se stessi. Sono d'accordo con il tuo pensiero: fare la vittima per attirare attenzione.
    Ad esempio fare gesti estremi per mettere in risalto il proprio "coraggio".
    Per me, queste persone che vogliono risaltare come vittime sono fondamentalmente delle persone deboli ed insoddisfatte di se stessi.
    Poi ovviamente ci sono anche casi di vere vittime che si sono lasciate sopraffare dagli affetti, da relazioni apparentemente normali o dalla propria disponibilità; ma nel far questo, senza accorgersene si trascinano dei macigni di situazioni che sembra che non si possano più risolvere. Quando in realtà tutto si può risolvere, basta staccarsi dalla situazione "malata" e provare a guardare il contesto da una dimensione esterna.
    Petra Busatta

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  8. Bel post Aicha! Hai spiegato molto bene quest'argomento.
    A mio avviso esistono due tipi di vittime: le vittime “vere”, cioè con un duro passato alle spalle e quelle che fanno di tutto per stare al centro dell'attenzione. Quest'ultime rendono i loro problemi più grandi di quello che in realtà sono, al solo scopo di ricevere attenzioni e sentimenti di pietà e compassione da parte di coloro che gli stanno vicino. Ciò nonostante, ci sono ancora persone che danno ragione e compatiscono queste finte vittime! Spesso questa situazione la si ha tra fratelli: il più piccolo è sempre la vittima della situazione, scarica tutte le colpe al maggiore solo per essere al centro della situazione ed essere, appunto, considerato la vittima! Queste persone non avranno un bel futuro, perché si sbagliano a pensare che con lacrime e facce tristi si abbia la meglio su tutto: forse potrebbero scamparla per una volta! Come già detto all'inizio del commento ci sono anche le “vere” vittime: coloro che sono state affette da malattie, abusi o violenze in passato! Quelle si che sono vere vittime e si possono considerare come tali! E stanno affrontando la vita a testa alta, pur avendo passato cose ben peggiori di noi e, nonostante ciò, non cercano la compassione da parte delle persone; anzi a volte preferiscono essere guardate con gli stessi occhi con cui si guardano gli altri!
    Un autore spagnolo, Albert Espinosa, è il celebre autore di Pulseras rojas (Braccialetti Rossi), e a mio avviso ha tutta la mia più sincera ammirazione: una persona che ha visto la sua vita in pericolo e che, nonostante tutto, sta conducendo una vita felice e ricca di soddisfazione, tutto questo dopo 10 lunghi anni di malattia! Lui potrebbe essere considerato una vittima della malattia, ma non vuole essere considerato come tale. In una sua frase, che mi ha colpito particolarmente, lui dice che vuole essere visto come una persona normalissima, senza compassione e/o pietà.
    Queste sono persone che hanno la mia più sincera ammirazione!

    Vanessa Frigo

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  9. Complimenti, Aicha, per il post molto chiaro e davvero ben fatto. Sono d'accordo con tutti voi e trovo il vittimismo una cosa particolarmente insopportabile. Fare la vittima è come prendere in giro direttamente le persone che stanno VERAMENTE male , e che hanno dei problemi VERI. Come ha detoo la mia compagna Kimberly, e sono pienamente dello stesso parere, questo fenomeno è soltanto la conseguenza della bassa autostima, e ne soffrono soltanto le persone che non dispongono di affetto e attenzione.
    Purtroppo ho avuto la sfortuna di incontrare moltissimi individui di questo genere , e devo dire che in tutti i casi si tratta soltanto della voglia di "farsi vedere" e "distinguersi".

    Gabriela Ciobanu

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  10. Complimenti Aicha! Davvero interessante!
    Sono d'accordo con te e con quanto detto sopra: anche secondo me chi fa la vittima lo fa principalmente per attirare su di sè l'attenzione degli altri, come fanno i bambini, che appena vedono che gli occhi dei "grandi" si stanno spostando da loro fanno di tutto per riportarsi al centro dell'attenzione.
    Infatti spesso accade che c'è chi fa la vittima e poi nella realtà non ha tutti questi problemi, mentre c'è chi se ne sta zitto senza chiedere aiuto a nessuno e spesso "risolve" i suoi problemi come meglio crede, magari commettendo atti che avrebbe potuto evitare se avesse chiesto aiuto a qualcuno.
    Ho letto di recente il libro di cui parla Vanessa, "Il mondo giallo" di Albert Espinosa, e sono completamente d'accordo con lei, quest'uomo è stato malato di diversi tumori da quando aveva quattordici anni a quando ne aveva ventiquattro ed è uscito da questa malattia con una gamba amputata ed un polmone solo, ma non ha mai visto queste perdite come tali, quanto come della conquiste. Basti pensare ai titoli di alcuni capitoli del suo libro come "Le perdite sono positive", "La parola 'dolore' non esiste" oppure "I sette consigli (di uno dei tanti medici) per essere felici"!
    Francesca Visentin

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  11. Bellissimo Aicha. Fare la vittima è essere al centro dell'attenzione. Da fastidio, conosco alcune persone che fanno le vittime facendo la faccia triste per poi vedere la gente che si ammassa li per capire e consolare il soggetto. i bambini ne sono "affetti", sopratutto sui genitori e magari fanno anche delle azioni stupide per farsi notare.

    Angela Tresso

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  12. Aicha, non concordo pienamente col tuo post. Nella prima parte ci hai illustrato bene il significato di vittimismo, ma poi l’hai fatto seguire da determinati esempi che non sono secondo me inerenti. Tu citi ad esempio i ragazzi che vanno bene a scuola e che, di fronte a un voto negativo, manifestano la loro delusione perché purtroppo il risultato non riflette tutto lo studio e l’impegno profusi. Questo non è vittimismo, ma solo la difficoltà ad accettare un fallimento cercandone le cause. Detto questo vorrei solo dire che chi si atteggia a vittima alle volte vuole senz’altro attirare l’attenzione o far notare a qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato per sentirsi chiedere scusa. Molto spesso però questa “tattica” non funziona perché l’orgoglio della gente è troppo grande e dire “scusa” è troppo difficile.. Per concludere vorrei solo far notare che tutti nella vita qualche volta assumono questo atteggiamento per me così umano e comprensibile e quindi io preferisco non giudicare, ma condividere l’opinione che allo sconforto deve sempre seguire la volontà di reagire e di cambiare ciò che ci fa soffrire.
    Francesca Casarotto

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  13. Complimenti Aicha! Che bel post!
    Concordo con alcune parti del tuo discorso, ma con altre no: ad esempio, quando parli dei ragazzi che si disperano per un brutto voto mentre ne hanno tanti di belli non è sempre vittimismo perché alcune persone ci stanno male veramente, altre vogliono solo mostrare che loro non possono fallire e creano situazioni false di disagio personale.
    Sono completamente in disaccordo con il fatto che queste persone si sentano appagate di comportamenti simili perché credo che ad un certo punto (chi prima chi dopo) si accorgano tutti delle sceneggiate che scatenano sempre.
    Conosco una persona che fa la vittima... Ma non per il vero motivo per cui "dovrebbe" farla, la fa per tutto il resto, come se volesse far vedere che è in una situazione di difficoltà ma non vuole far sapere il giusto motivo agli altri; non saprei come definire precisamente questo atteggiamento, probabilmente ha solo paura di mostrarsi per quello che è in realtà, come quasi tutti del resto.
    Casi estremi come quello citato da Kimberly fanno cascare le braccia da quanto questi ragazzi cercano di creare sotterfugi per attirare un minimo di attenzione.
    Per finire concordo con molti commenti precedenti dicendo che le vere vittime sono quelle che combattono la loro guerra in silenzio, senza sbandierarlo in faccia a tutti.
    Melania Gottardo

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  14. ‘‘La vera vittima delle situazioni non si lamenta mai, agisce. La vera vittima non si sente vittima, non vuole esserlo!’’ - mi piacciono moltissimo queste due frasi di Kimberly!! Mi soffermo però sull’aggettivo ‘‘VERA’’. È proprio questo il problema secondo me: chi fa la vittima vuole farsi passare per chi non è, offuscando magari anche i problemi di chi realmente ne ha. Mostra a tutti la maschera del povero individuo sofferente ed incompreso, rendendoci difficile distinguerlo da quelli che lo sono anche senza maschera. Così tendiamo a considerare ‘‘false vittime’’ tutte le persone che si lamentano dei propri problemi, senza accorgerci però che magari stanno chiedendo solo aiuto perché, umilmente, hanno ammesso a se stessi che da soli non ce la possono fare.
    Io faccio molta fatica a differenziare queste due personalità, perchè so che ci sono moltissimi furbi che ci sfruttano non appena molliamo un po’ la presa, facendo leva sui nostri sensi di colpa, sulla generosità...sulla fiducia. Calcolatori, manipolatori..il mondo pullula di soggetti che si atteggiano da vittime pur non essendolo, utilizzando la nostra coscienza per il solo squallido scopo di avere gli occhi della gente su di sè.
    Ma è meglio fidarsi e sentirsi al sicuro e poi farsi sbattere la porta in faccia o non fidarsi di nessuno e vivere sempre sull’attenti guardandoci le spalle? Me lo sono chiesta molte volte, ma non riesco a dare una risposta. La fiducia è un sentimento complicato, difficile da acquisire ma molto facile da perdere. E credo sia una delle sensazioni peggiori venire a conoscenza di essere stati ingannati, scoprire di aver vissuto basandoci su un qualcosa che non avrebbe neanche potuto essere una base perché non era reale. Viviamo sempre in bilico su parole a cui crediamo, come funamboli che camminano su fili che traballano sotto i piedi. Ci crediamo perché ne abbiamo bisogno e a volte non viene neanche il dubbio sulla veridicità di ciò che ci dicono perché ci serve un posticino in cui sentirci al sicuro, se no cadremmo nel vuoto. E infatti nel momento in cui ci rendiamo conto che siamo delle marionette i cui fili sono nelle mani di persone che credevamo vittime, sprofondiamo nel vuoto più totale. Almeno per me è così. Inizio a guardare con sospetto chiunque e non riesco più a vivere appieno. La forza di riporre la propria fiducia in qualcun’altro però spesso manca, per paura di un’altra delusione, di un’altra caduta. Ma diverse persone a quanto pare vivono di queste cadute.

    Vlada Kanavalava

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  15. Comunque sono d'accordo con gli altri riguardo a ciò che hai detto delle persone che si ''disperano'' quando prendono un brutto voto dopo una serie di risultati migliori: non è vittimismo! Parlo per esperienza personale e posso dire che chi ci tiene a non scivolare al di sotto di una certa media, poi chiaramente ci rimane male quando non va tutto come avrebbe voluto. Se avessi voluto parlare dello stesso argomento io avrei citato al contrario le persone che non dedicano particolari attenzioni allo studio, che prendono la scuola alla leggera, ma che poi sono le prime a lamentarsi delle verifiche ''troppo difficili'' o dei professori ''troppo severi''. QUESTO è vittimismo secondo me.

    Vlada Kanavalava

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  16. La vittima è una persona che si finge tale per avere dei vantaggi ed essere vista come qualcuno da compatire, ma sinceramente non riesco a cogliere il nesso tra il fatto di essere vittima e quello di lamentarsi per un brutto voto preso raramente. No, concordo con gli altri nel dire che chi prende voti alti, ma che ogni morte del Papa ne riceve uno cattivo e per questo si rattristisce, è semplicemente una persona che ci tiene ad avere una media alta e forse non vuole deludere se stesso e i suoi genitori. Tuttavia non dovrebbe prendersela troppo, perché alla fine la sua media rimane comunque alta. La cosa migliore è togliersi il broncio.
    Ecco, fare la vittima, però, può risultare veramente scocciante in certi casi, perché coprirebbe con il suo egoismo e il suo narcisismo chi è in difficoltà sul serio e magari non vuole darlo a vedere.
    Marco Pompilio

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  17. Succede quasi sempre che chi non ha “titolo” di fare la vittima la fa e chi ne avrebbe realmente le ragioni …non la fa….
    Perché in realta chi “fa la vittima” non crede veramente in quello che dice ma vuole semplicemente conforto e magari chi gli dice : “.. ma no… dai.. non è cosi…”. Chi invece è veramente vittima di qualcosa spesso per paura, per orgoglio o per vergogna nasconde la sua sofferenza e qualche volta precipita cosi’ in fondo da non riuscire piu’ a rialzarsi.
    Greta Morello

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