lunedì 21 aprile 2014

Il Bacalaureat francese


“Morlevent Siméon, promosso con 100/100”

Ma la maturità, servirà davvero a qualcosa nella vita?” - Questa frase probabilmente se la saranno posta milioni di ragazzi in giro per il mondo, timorosi delle prove che incontreranno.  Sicuramente arrivare alla fine delle scuole superiori rappresenta un percorso importante , e riuscire a prendere il diploma significa aver raggiunto un traguardo che per molti anni è sembrato distante e quasi impossibile.
Sappiamo bene com'è strutturato il diploma superiore italiano, ma cosa avrà passato il nostro protagonista per averlo superato in Francia?
L'esame di maturità francese si chiama “Baccalauréat” abbreviato spesso in “Bac”. Come in Italia, è necessario superare questo esame per andare all'università. Diversamente da qui, invece, questa prova è affrontata negli ultimi due anni di scuola. Viene sostenuta una prova alla fine della première (penultimo anno) per alcune discipline come francese, biologia, matematica e scienze. Poi, alla fine dell'ultimo anno, la terminale, viene fatto un altro esame sulle altre materie: le lingue straniere e tutti gli altri insegnamenti scelti dall'alunno. Secondo alcuni sondaggi, la media dei ragazzi che superano l'esame è molto più bassa rispetto altri paesi, circa il 63%; segno che sono prove molto approfondite e selettive.
Da pochi anni anche noi ragazzi italiani ( e qui al Liceo Pigafetta ne abbiamo una sezione dedicata) possiamo partecipare ad un programma di studi italo-francese: grazie all' EsaBac. Questo nuovo piano educativo consente agli allievi italiani di ottenere con un solo esame due diplomi contemporaneamente. EsaBac è l'insieme di due parole; Esa: Esame di stato Italiano e Bac: Baccalaureat. A partire dal terzo anno del liceo linguistico si approfondirà la lingua della letteratura francese, e non solo, verrà insegnata una materia non linguistica in lingua francese (ad esempio: storia o fisica), per poi essere verificata nell'esame finale, dove si prevede una quarta prova scritta sempre in lingua francese.


Petra Busatta

18 commenti:

  1. E' interessante riflettere sulle differenze e caratteristiche comuni che i corsi di studi italiani e francesi hanno, e dal momento che noi 1DL siamo una delle classi del liceo che hanno scelto di affrontare la prova EsaBac questo tema dovrebbe "catturarci" in modo particolare. Trovare questo aromento nel libro e scegliere di svilupparlo nel post è stata una buona opportunità per approfondire il sistema degli studi francese che sicuramente, visto il percorso che abbiamo scelto, conosceremo meglio e ci coinvolgerà in futuro.

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  2. Bel post Petra! Concordo con Noemi, leggere questo post è stato sia interessante sia di molta utilità e vantaggio per così dire, immedesimarci nei prossimi anni. Ho un'amica di quarta che me ne ha parlato molto. Sembra qualcosa di difficilissimo e all'inizio forse un po' lo è: il metodo di lavoro è molto diverso e bisogna impegnarsi, ma ne vale assolutamente la pena! Sopratutto per chi ama questa lingua e visto che noi abbiamo ntrapreso la strada delle lingue straniere, credo che questa sia un'opportunità unica! In più non avremo problemi con l'iscrizione ad un'università all'estero e ovviamente rende più facile l'apertura di molte porte in ambito lavorativo, anche se il tuo obbiettivo non fosse necessariamente trovare un lavoro in Francia o fare un'università Francese!

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    1. Bel post Petra! Concordo con Noemi, leggere questo post è stato sia interessante sia di molta utilità e vantaggio per così dire, immedesimarci nei prossimi anni. Ho un'amica di quarta che me ne ha parlato molto. Sembra qualcosa di difficilissimo e all'inizio forse un po' lo è: il metodo di lavoro è molto diverso e bisogna impegnarsi, ma ne vale assolutamente la pena! Sopratutto per chi ama questa lingua e visto che noi abbiamo ntrapreso la strada delle lingue straniere, credo che questa sia un'opportunità unica! In più non avremo problemi con l'iscrizione ad un'università all'estero e ovviamente rende più facile l'apertura di molte porte in ambito lavorativo, anche se il tuo obbiettivo non fosse necessariamente trovare un lavoro in Francia o fare un'università Francese!
      Kimberly Luciotti

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  3. Complimenti per il post Petra! È stato molto interessante scoprire le differenze e le caratteristiche comuni tra i corsi di studi francesi e quelli italiani. Il diploma rappresenta per tutti una meta importante, che permette di andare all’ Università. Inoltre, è stato utile approfondire l’argomento riguardo l’ EsaBac, dato che anche la nostra classe affronterà questo esame. Concordo con Kimberly, grazie all’ EsaBac avremo meno difficoltà ad entrare in un’ università in Francia e avremo più possibilità in ambito lavorativo. Per questo, avere la possibilità di fare questo esame sarà sicuramente molto utile per il nostro futuro.
    Maria Vittoria Porro

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  4. Bel post Petra! Hai scritto un post davvero molto chiaro e interessante. E' bello sapere come in due paesi europei le differenze dell'esame di maturità sono tanto diversi..
    Noi, 1^DL, che abbiamo scelto di fare un percorso nella quale c'è il progetto EsaBac, che secondo me vale la pena fare, ti offrirà l'opportunità di andare a studiare in Francia, offrendoti la possibilità di trovare un lavoro con più facilità, avendo così molte più strade da scegliere. Concordo con Maria Vittoria, questo progetto sarà moto utile al nostro futuro!
    Maddalena Sandri

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  5. ben fatto Petra! questo post mi ha chiarito un molto le idee per quanto riguarda ciò che dovrò affrontare, come l'EsaBac, ma anche come questa prova che, mette in difficoltà milioni di studenti ogni anno, possa essere tanto diversa in un Paese a noi vicino come la Francia. Spero che questa scelta che abbiamo compiuto ci dia più possibilità un domani nel mondo del lavoro. Mi ha colpito molto il fatto che in Francia si cominci ad affrontare l'esame dal penultimo anno, questo potrebbe rappresentare un vantaggio in quanto nell'ultimo anno si ha meno materia da esporre e si può quindi approfondire di più gli argomenti trattati.
    Riccardo La Iacona

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  6. Avevo tantissimi dubbi riguardo a questo progetto, all'inizio dell'anno scolastico e grazie al tuo post ho le idee più chiare. :) Trovo molto interessante il fatto che in Moldavia si ha lo stesso procedimento dell'esame finale, infatti viene chiamato "Bacalaureat" ma il nome "BAC" è molto più usato. come anche in Francia, si divide in due fasi, l'unica distinzione è che tutte e due le fasi avvengono nei mesi giugno e luglio, alla fine degli studi dello stesso anno. Mi ha colpito la percentuale dei ragazzi francesi che superano la prova (63%) , poichè nel mio paese di origine è di soltanto 41% ,infatti i giovani vengono spesso soprannominati "la generazione 41".

    Gabriela Ciobanu

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  7. Bellissimo post! Molto interessante!
    La cosa che più mi ha stupita di tutto quello che hai detto è la percentuale dei diplomati: 63%, ho subito pensato che fosse pochissimo! Poi però sono andata ad informarmi ed ho trovato che la media italiana è del 21,7%... Quindi, o ho trovato dei dati sbagliati oppure siamo messi veramente male! Per un paese ricco di storia come il nostro essere ultimi nella classifica europea dei diplomati secondo me è una vergogna! Effettivamente, ci sono alcuni problemini con la scuola in Italia negli ultimi anni...!
    Non sapevo che in Moldavia la modalità d'esame fosse identica a quella francese Gabriela! Grazie per l'informazione, è bello scoprire anche come si rapportano con la scuola i nostri coetanei negli altri paesi!
    Dopo aver letto ciò che hai scritto a proposito dell'Esabac Petra mi sono ricordata di perché ero così convinta di scegliere la classe con questa opzione e sinceramente ne sono ancora completamente convinta, perché è bello imparare anche in altre lingue!
    Francesca Visentin

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  8. Bellissimo post Petra. E' molto bello sapere come sono costituite le scuole francesi, che diverse da quelle italiane ti fanno capire la diversità di ogni paese anche in ambito scolastico. Come avete detto in molti, con l'Esabac si può fare l'universita in Francia. Conosco un'amica, più grande di me, che grazie a questo programma ha avuto la possibilità di studiare e lavorare in Francia, dove, mi ha detto, che conosce ogni giorno cose nuove e interessanti.

    Angela Tresso

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  9. Post molto interessante! È importante riflettere sulle differenze della maturità in Italia e in Francia!
    Anch'io, come Francesca, ho subito pensato a quanto sia bassa la percentuale dei diplomati in Francia (63%)!
    Sono rimasta colpita dal fatto che in Francia si iniziano gli esami al penultimo anno, cosa che non ci si immagina nemmeno qui in Italia! Come è già stato detto, noi 1^Dl abbiamo deciso di intraprendere un percorso di studi molto più approfondito e abbiamo, appunto, scelto il progetto EsaBac. Non sapevo cosa significasse questa sigla e grazie al tuo post l'ho capito! Sicuramente questo progetto un domani ci offrirà molte possibilità in ambito lavorativo e/o scolastico, quando dovremo cominciare gli studi universitari in Francia o quando troveremo il nostro lavoro ideale: avremo una marcia in più rispetto alla concorrenza, almeno si spera!

    Vanessa Frigo

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  10. Brava Petra, hai scritto un bel post preciso e chiaro.
    È curioso notare come due paesi così vicini (Italia-Francia) abbiano più differenze di paesi tra cui la distanza è maggiore (Francia-Moldavia) però è un argomento interessante di cui si potrebbe parlare approfonditamente: mettere a confronto paesi, metodi di valutazione, distanza e il perché di certe somiglianze o differenze.
    Alla nostra classe dovrebbe interessare particolarmente questo tema, visto ch facciamo parte del progetto EsaBac. Mi è rimasta una curiosità però: se noi affrontassimo gli esami in anni differenti, nelle materie di cui si è già verificata la preparazione ci impegneremmo o le lascieremmo perdere? E sarebbero più complicati questi tanto temuti esami?
    Complimenti per la foto, trasmette l'ansia che si respira in queste situazioni.
    Melania Gottardo

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  11. Bel post Petra! L’ho molto apprezzato! Mi vorrei soffermare sull’esabac , ovvero la possibilità di ottenere due diplomi alla fine del quinquennio. Esabac: per me questa sigla significa una scelta affettiva, impegnativa e, sono certa, vincente a livello lavorativo! Affettiva in quanto questa meravigliosa lingua è per me “di casa” e tutto quanto riguarda la cultura e la lingua francese mi è sempre stato presentato con amore e passione. Impegnativa in quanto so che al triennio, in questo percorso di studi d’eccellenza, entrato in vigore dal 2010, ci sarà un potenziamento dello studio del francese e che dovrò affrontare oltre alle tre prove scritte convenzionali, anche un altro scritto di sei ore in questa lingua (letteratura e storia). Vincente perché il potenziamento di questa lingua e di questa cultura mi consentirà il libero accesso a tutte le università francesi (250 corsi di laurea), ma anche di poter intraprendere un canale privilegiato per percorsi di ricerca post-laurea in Francia nonché la possibilità di trovare un’occupazione, o per lo meno, delle interessanti prospettive di lavoro nel mercato del lavoro italo-francese poichè la Francia è il secondo partner economico dell’Italia.
    Francesca Casarotto

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  12. Hai scritto un post molto fluido e ricco di informazioni, brava Petra!
    Ognuno di noi ha paure nell'affrontare, alla fine di rispettivi percorsi, esami di valutazione e ciò accade non solo nella scuola ma anche nella vita quotidiana e negli sport. L'anno scorso, per esempio, ci è già capitato di affrontare un esame di stato e, anche se all'inizio mi spaventava molto, sono riuscita a superarlo e mi è sembrato molto più facile di quel che pensavo! L'esame di quinta superiore è un altro obbiettivo che mi preoccupa leggermente ma credo che l'importante sia studiare con frequenza e non farsi prendere dall'agitazione. Proprio la nostra sezione è dedicata all'esame EsaBac, ci siamo presi questo impegno e dobbiamo capire che, appunto per la scelta che abbiamo fatto, il francese ci deve piacere e dobbiamo saperlo in maniera più approfondita rispetto alle altre sezioni visto che, come ha detto Petra, studieremo una materia non linguistica in francese.
    La vita è ricca di ostacoli da superare ed è questo che la rende speciale e non monotona, non facciamoci abbattere e lottiamo per raggiungere ogni traguardo.
    Benedetta Garbin

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  13. Concordo a pieno con quello che hai detto tu Benedetta!
    Anch’io, come penso lo siano stati molti di voi, l’anno scorso ero molto agitata nell’affrontare l’esame di terza media e anche se alcuni amici che già erano stati nella mia situazione tentavano di convincermi che sarebbe stato molto più semplice di quando pensavo, non sono riuscita a crederci fino al momento in cui l’ho testato sulla mia pelle. Ora tutti noi abbiam deciso (chi di propria volontà, chi meno) di incamminarci in questo sentiero dell’ESABAC che ci porterà a grandi risultati e, anche se certamente sarà difficoltoso ed impegnativo, dobbiamo tirarci su le maniche e darci da fare, perché se prima di noi ce l’hanno fatta molte persone, sono convinta che con determinazione e volontà anche noi riusciremo a superare l’esame. Così facendo raggiungeremo una personale vittoria che ognuno di noi potrà sfruttare al meglio, continuando gli studi in alcune delle più prestigiose università di Parigi o andando a lavorare all’estero.
    Crestani Caterina.

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  14. Bel post! Da quanto ho capito, mi sembra che in Francia gli esami siano ben più difficili!!! Loro fanno esami anche al penultimo anno di superiori mentre noi no, e tra l'altro poco più della metà riesce a superarli! La nostra classe infatti, penso sia fortunata a fare il progetto dell' EsaBac perché cosi con una prova in più potremmo andare direttamente in Francia a studiare...e questo ovviamente è a nostro vantaggio. Inoltre il francese penso che sia una delle lingue più parlate dopo l inglese e saperlo parlare bene è importante.

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  15. Petra, ho adorato il tuo post! Complimenti: molto scorrevole, ben scritto e, dal punto di vista informativo, più che esaustivo!
    Trovo che affrontare lo studio di una materia, come storia o scienze, e spiegarla in una delle lingue che si studiano al linguistico sia veramente il massimo, perché permette di approfondire il lessico e la cultura straniera! Sono impaziente di cominciare questo progetto, del quale (è un paradosso, lo so) non ne ero a conoscenza! La Francia è un posto bellissimo (almeno dalle foto sembra così) e l'EsaBac offre l'opportunità di poter studiare lì e, se si riesce, trovarvi un posto di lavoro. Per me sarebbe il massimo. Ma anche solo il fatto di vivere per un po' di tempo dai nostri cugini d'Oltralpe significherebbe arricchire la vita con esperienze e desideri realizzati per tutti quelli che studiano francese. Prima, però, piedi per terra. Speriamo di riuscire a sostenere l'EsaBac e poi si potrà parlare di viaggi o di eventuali studi universitari all'estero.
    Marco Pompilio

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  16. Mi è piaciuto molto il post, veramente...ho ottenuto informazioni utili sul tanto temuto esame che sostengono i nostri colleghi francesi e mi sono incuriosita ancora di più. Adoro scoprire dettagli sulla vita scolastica degli altri paesi, tutte quelle piccolezze che caratterizzano le nostre giornate e ci sembrano banali...come i particolari di un quadro che lo rendono veramente speciale. Ogni giorno è una scoperta nuova e oggi hai riacceso in me una forte sete di risposte sugli esami, in quanto avevo messo da parte questo argomento per riposarmene un po’ dopo l’anno scorso. Esperienza non delle più piacevoli, ma sicuramente costruttiva.
    In Russia il sistema è un po’ diverso e vorrei cercare di illustrarlo perché credo che sia interessante capire come funzionano certi meccanismi al di fuori della cultura occidentale. Mi sono fatta spiegare dai miei genitori e ho integrato il tutto con qualche ricerca per essere sicura che non ci siano stati eventuali importanti cambiamenti nel tempo.
    L’esame si chiama ‘‘ЕГЭ’’ (Единый Государственный Экзамен...fate finta di capire...no, scherzo, vuol dire ‘‘Esame di Stato Unitario’’). Questo metodo di esaminazione è stato introdotto nel 2001 come esperimento e dal 2009 è confermato come ufficiale in tutto il paese. Inanzitutto si viene ammessi in totale assenza di insufficienze. Due sono le prove obbligatorie: lingua e letteratura russa (l’equivalente della materia che qui sarebbe ‘‘lingua e letteratura italiana’’) e matematica (la mia materia preferita c’è sempre, è inevitabile). Oltre a questi due, ognuno è libero di fare gli esami su tutte le materie che desidera (chiaramente quelle che studia) e il loro esito non influirà minimamente sulla consegna dell’attestato finale, anche se risulteranno utili per l’ammissione a particolari facoltà universitarie.
    È di fondamentale importanza superare almeno una delle due prove obbligatorie, altrimenti si potrà riprovare solamente l’anno successivo. Nel caso solo in una di esse non si abbia ottenuto il punteggio minimo, invece, si può ritentare la sorte durante lo stesso anno. Le statistiche dicono che nel 2013, di tutti gli esaminandi solo il 2,2% per la lingua russa e il 7,6% per la matematica non ce l’hanno fatta al primo tentativo. Degli ottimi risultati direi, confrontandoli anche con quelli di altri paesi! Dopo aver passato entrambi gli esami obbligatori ed eventualmente altri facoltativi, viene consegnato allo studente un attestato di maturità in cui, indipendentemente dai risultati delle prove, si riporta la media aritmetica dei voti accumulati nel corso degli ultimi due anni.
    Quindi c’è un’analogia con il Bac: è posto al centro dell’attenzione non solo l’ultimo anno ma anche il penultimo, forse per incitare gli alunni a studiare con costanza e far loro capire che ogni voto ha poi un peso nell’esame finale, in modo che non sottovalutino neppure quelle piccole prove orali a cui spesso si dà poca importanza.
    Perché, come ho detto all’inizio, anche le cose a prima vista insignificanti fanno la differenza, per esempio tra un compito molto buono e uno ottimo. E nella vita bisogna puntare al massimo, secondo me.

    Vlada Kanavalava

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  17. Ripensando al post, credo che sia collegato a quello intitolato ‘‘Sii il migliore’’. Anche in questi casi, forse addirittura più che in altri, i nostri genitori ci spingono a dare il massimo perché desiderano finalmente vedere il risultato di lunghi anni di sforzi, sia da parte loro sia da parte nostra. Sperano in un ottimo risultato finale, da andare poi a sbandierare con colleghi ed amici, passando quasi per gli artefici di quel voto per cui noi abbiamo tanto sudato. ‘‘Sono solo voti, l’importante sono le conoscenze’’ ci dicono, ma poi sono i primi a paragonarci agli altri compagni, sparlando in giro nel caso di un ottimo voto o facendoci prediche se scoprono di qualcuno che ha fatto meglio. Il confronto secondo me non è affatto sbagliato, ma questo doppio comportamento sì. Non sono SOLO voti per loro e se si tratta di quelli degli esami, conclusivi quindi di un lungo ciclo di studi, allora la tensione è alle stelle per entrambe le parti.
    Io finora non mi sono trovata ad affrontare molti esami ma quelli che mi sono toccati li ho presi con calma, quasi fossero delle normali verifiche di routine (cosa che sono in fondo, semplicemente più importanti ed ufficiali...). Credo che sia questo il segreto, perché già solo il fatto di chiamarsi ‘‘esami’’ alimenta il 50% del terrore. Quando ne sentiamo parlare, o almeno questo è quanto succede a me, ci coglie subito una strana ansia anche se non abbiamo niente a che fare con il discorso. È questa parola che incute timore...per esempio ogni volta che io la sento nominare mi vengono in mente alcuni miei amici più grandi reduci dagli esami di maturità e i loro volti pietrificati, terrorizzati e con gli occhi sgranati, quasi avessero assistito a qualcosa di indescrivibile. Quand’ero piccola, un giorno sono tornati a casa in queste condizioni, che mi hanno subito sconvolta, e uno di loro col fiato mozzo e la voce roca ha detto ‘‘Muoio’’ e si è accasciato sulla poltrona praticamente esanime. Infatti è proprio questa la paura che i ragazzi hanno degli esami, come se fosse questione di vita o di morte. Se poi a tutte le esperienze che ci raccontano i più grandi, che già bastano a trasmetterci abbastanza ansia, si aggiungono anche i nostri genitori con frasi, che sinceramente mi sembrano minacce, come ‘‘Sii il migliore, mi raccomando’’, allora non stupiamoci se prima di queste normali tappe della nostra vita ci facciamo prendere dal panico e andiamo nel pallone.
    Siamo noi che ci creiamo problemi che non ci sono o che comunque non hanno quelle dimensioni esagerate che attribuiamo loro.

    Vlada Kanavalava

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